domenica 23 settembre 2012

Scene da un matrimonio.

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IL passo e’ fatto. Sta’zitta!
C’inseguono da vicino
e devo portarti con me».
(da «Nozze di sangue», F.G. Lorca)

Che ci sia una stretta connessione tra il sangue e le nozze e’ semplice dato di fatto, una condizione senza cui il fatto non potrebbe accadere. A volte non ci si accorge delle cose troppo evidenti… per esempio credo che una volta si usasse stendere le lenzuola macchiate di sangue il giorno dopo la «prima notte», letteratura e cinema poi celebrano spesso i matrimoni collegandoli a lotte, sfide, morte dei cattivi e finali tutto miele. C’e’ anche il sangue pulsante alle tempie, quello dovuto alla circolazione modificata dall’alcol e all’euforia della festa. Ho bisogno di isolarmi un attimo. L’unione ufficiale di una coppia riesce sempre a coinvolgermi ed emozionarmi… penso che sia quella stuzzicante curiosita’ solitamente tipica di chi non e’ sposato e non ha mai vissuto le varie fasi tipo corso prematrimoniale-cerimonia-regali-rinfresco-festa. C’e’ anche qualcosa di ben piu’ profondo, ma nel giorno dell’apoteosi estetica non conta molto. C’e’ chi si sposa per amore, per interesse, perche’ e’ una bella data, per riparare o addirittura per distruggere. Il pomeriggio avanza e gli invitati, sazi ed allegri, barcollano. E’ il momento in cui le cravatte si slacciano, le cinture si allentano, i decolletes diventano piu’ generosi e si ride di piu’. I parenti piu’ anziani ed eccone uno allo specchio, guardano l’ora per andarsene. Appoggiato ad una colonna del ristorante disperdo lo sguardo, sorseggio un bicchiere di gingerino con gin puro che non e’ il massimo considerato che prediligo un bicchierino di grappa rigorosamente resa amara dalla genziana ma contribuisce a mantenere uno stato obliquo ed annebbiato che sara’ oggetto di perdita di punti causa palloncino. Il convivio evolve in una giovialita’ sopra le righe, il sangue scorre veloce ed il brusio e’ colonna sonora quanto la musica. Mentre il mondo mi ruota intorno l’occhio cade sul pavimento, si sta facendo sera. Un ragnetto nero, meno di tre centimetri comprese le zampe, attraversa pericolosamente la zona piu’ frequentata, la zona bar. Inconsapevoli ed anonimi piedi sfiorano l’insetto, inseguo il suo annaspio mentre la troupe si prepara al primo ciak del matrimonio… si gira in 35 mm, un sabato di fine settembre, nel cortile di un tipico ristorante della granda. Gli sposi si promettono le cose piu’ impromettibili e sognano le cose piu’ insognabili ma siamo ormai su di giro, si perdono le regole. Un dolly segue la scena da vicino, le sequenze del bacio vengono benissimo, poi ci si travasa nel fienile per mescolare sangue e sudore. La musica del tamburo fa tum-tum-cha-tu-tum-tu-tum-cha ed una fisarmonica crepa l’aria con poche note forti e decise. Tutti sanno e stanno al gioco, chi e’ rimasto recupera istinti «in sonno» da anni. Le riprese sono difficili, le immagini sono mosse, i corpi si confondono secondo leggi poco cinematografiche e la troupe si fa coinvolgere troppo. Alla fine il ragnetto muore schiacciato ma l’amore almeno in questa giornata trionfa il seguito spero vivamente che non finisca in mano ad avvocati alla faccia di F.G.Lorca.