domenica 10 gennaio 2016

Quando ce vuo' ce vuo'.

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Ho un linguaggio aperto e scurrile lo ammetto ma non lo concetto, me lo dice una persona che non mastica parolacce, dopo aver letto la Parodia di Efigenia in Aulide (postata tra l’altro diversi anni or sono su un blog che manco ricordavo di avere in quanto bannato a suo tempo e tratta da ricordi da matricola); ha ragione ma…esiste un mio "ma" e questa persona mi dia la liberta’ di esternare i miei pensieri, non voglio giustificare i miei post ma quantomeno si legga come la penso io…
Purtroppo debbo lamentare che nelle nostre scuole, inferiori e superiori, la ricerca e lo studio delle origini della nostra lingua, vengono difficilmente promulgati e oltretutto si continuano a tenere in bassa considerazione il dialetto e le sue forme lessicali e idiomatiche, ricche e numerose nella cui parte ho inserito il mio "togolano"..ano per gli amici. 
Per di piu’, si tende ad inculcare la scellerata idea nei ragazzi, fin dall’infanzia, che dialetto sia sinonimo di misero, incolto e anacronistico dimenticando che e’ un’altra lingua, il dialetto non lo si insegna..lo si tramanda. 
Ma il punto chiave dell’analisi in questione e’ l’uso dei termini che le persone perbene definiscono osceni, triviali o semplicemente parolacce. 
Ogni regione del nostro paese puo’ esibire una quantita’ strepitosa di epiteti scurrili in una specie di tenzone interregionale dove e’ davvero impossibile stabilire quale sia il vincitore. 
In verita’ (mia ovviamente) l’utilizzo o il peso di queste cosiddette volgarita’ cambiano enormemente di valore e di significato appena varchiamo il confine di ogni provincia.
Cara Amica (passo al diretto che mi torna meglio). 
Tu mi hai bacchettato, sembrera’ assurdo anzi paradossale, ma tutto questo dipende dalle origini culturalstoriche della comunita’ in questione, dai differenti costumi, dalle opposte tradizioni civili, morali e religiose che hanno determinato nei secoli nelle popolazioni, culture e senso civico assolutamente diversi . 
Tu Cara Amica stai pensando che io stia giocando al paradosso ridanciano come mia abitudine (so’ che leggi tutti o buona parte dei miei post dall’ID e dalla traccia)…starai pensando.. 
Cosa mi vieni a raccontare, che la differenza storica di un popolo condiziona anche gli insulti e le parolacce?…
SI la mia risposta. 
E’ proprio cosi’, anzi ti dimostro che un attento esame delle scurrilita’ e degli improperi da scoprire con chiarezza inconfutabile i valori o le bassezze di un popolo meglio di qualsiasi altra analisi scientifica. 
Non so se hai fatto caso ma la prima grande discrepanza nell’uso delle sconcezze risiede nel genere, maschile o femminile. 
Tu sei acculturata e grazie alle tue due lauree masterizzate (cosi' enunci in Linkedin), mi insegni che i latini per indicare una persona sciocca e di poco senno la insultavano dicendo o definendola “ CUNIA”, cioe’ se non erro e non esso, il sesso femminile, ritenuto evidentemente un organo privo di valori, bellezza e armonia. 
Cunia significava matrice, cioe’ parte del congegno per mezzo del quale si stampavano monete (pecunia). 
Egualmente ancora oggi, francesi e spagnoli sono dello stesso avviso giacche’ l’insulto ad un ritardato e’ ancora “ CON”o “TÊTE DE CON” in Francia e “COÑO”per gli Iberici... dico bene Paloma Blanca come la nieve?  (sempre da Linkedin leggo tra le varie lingue che parli, pure lo spagnolo..azz che testa tieni).
Per indicare il sesso femminile, nel nordest un’altra mia conoscente che non e’ una cretina qualsiasi ma una cretina accreditata, dice “MONA” e con quell’espressione definiscono uno sciocco di scarsa creativita’. 
Ma attenta. 
Questo termine non allude ne al conio delle monete ne alla moneta stessa ma bensi’ alla scimmia,  piu’ esattamente al babbuino che fin dai tempi lontanissimi veniva indicato col termine mòna per cui si hanno mòna, monna, monàsina, babbuina. 
Aspetta non ho finito e ti dimostro che potrei tesizzare sto post.. non trarre conclusioni affrettate non ti sto’ offendendo ancora, tu parli di quadri?  
Bene io gioco in casa anche qui, hai presente il Carpaccio no? (motore di ricerca +immagini) ebbene il Vittor raffigurava e con lui tutti quelli del quattrocento e anche quelli del 126 super o 850 coupe’,  una graziosa scimmiotta o ritraeva cortigiane che sulle spalle avevano la scimmiotta o il babbuino qualdirsivoglia addobbati o vestiti da clown.. 
Cerca “la regine de le mòne”.  
Insomma il vezzo di sfottere loro SI e li consideri grandi e io NO sono scurrile? 
Il vezzo di sfottere opps scusa ..di prendere in giro, nominando il sesso femminile e’ presente anche nel Napoletano che utilizzano l’espressione “FESSO” maschile di fessa, appunto la parpaja. Un’espressione tipica dalle parti di Giuseppe “ca’ nisciuno e’ fesso”, cioe’ a dire qui nessuno e’ imbecille, sprovveduto, ne tantomeno babbeo quindi io per babbeo intendevo che ..fosse intelligente..
potrei chiudere qui ma se saliamo a Roma spunta assieme a termini del tipo ciumachella che sono gentili travolte da termini piu’ terra terra tipo, fregna, pantegana, sorcia, zoccola, chiavica dico bene Donato amico estivario?..
Anzi ti faccio sussultare e leggi ad occhi chiusi con la radio accesa ma debbo sottolineare che tanta trivialita’ di termini si produce nel caposaldo clericale d’Europa e del mondo, dove e’ risaputo la misogenita’ proverbiale ed il disprezzo per tutto cio’ che e’ femminile che storicamente rasenta e sorpassa ogni limite civile. 
Stai ancora leggendo? Bene...Prendi coraggio e respira perche’ se ti scrivo il lemma chiamato Fica o Figa per noi leghisti altitalia lombardia dove il frutto, il fico e’ FIG dal latino ficus e anche dal termine greco sykon e mantiene la stessa eccezione. 
Quindi se io dico sfigato, indico un uomo sfortunato, perseguitato dalla cattiva sorte, privo della gioia e della fortuna espresso dal termine femminile. 
Non sono completamente maschilista ma allora perche’ dicendo che uno e’ un bel figo indico un ragazzo aitante di bell’aspetto. 
Come vedi ti ho spiegato che non ho usato termini scurrili e maschilisti nel raccontare cio’ che hai letto nel post e mi meraviglio davvero per una che ha passato sui libri buona parte di vita, metta Dante come esempio tralasciando il De vulgari Eloquentia e relative voci della giullaria. 
O Shakespeare il fool del Re Lear che usa espressioni come culo chiappe e l’amleto (parlo del testo originale ovvio” dove Amleto fa allusioni chiare e provocatorie del sesso femminile mentre dialogando con Ofelia sdraiata presso lei le chiede di potersi distendere col viso sul boschetto che tiene tra le gambe..opps in grembo e l’Ofelia impazzita canta raccogliendo dal canestro piccoli fiori dicendo..nel mio canestrino non si deposita piu’ il tuo pettirosso..che ne fo’ di questo picciol nido amoroso?  Piu’ non respira e gemiti non ha e non mi resta che buttarlo tra i rovi…
Insomma Amica Mia (si fa’ per dire).. quelli sono capolavori e io son maschilista scurrile perche’ sono un povero cristo sconosciuto ai piu’ e anche ai meno per diviso? 
Se non ti andava di leggere Ifigonia in Culide nei post che e’ appunto la parodia di Efigenia in Aulide, avevi solo da non leggerlo cazzo e sappi che tempo fa’ ci stava una come te, pseudo erudita che mi bacchettava, pensa a me che l’Ifigonia in Culide ho dovuto studiarmelo in due giorni come testimone di matricola e come alternativa avevo da fare tutto un salone a carponi su sale grosso nudo con la candela accesa nel culo e scusa il francesismo evidente e con peso legato all’uccello mentre avrei dovuto esternare a voce alta.. io sono uno stronzo.. io sono uno stronzo..
Cara mia se ti ha offesa questa lettura (potevi smettere) e mi raccomando non leggere l’altra del Don Sculacciabuchi, non leggere la Nutellae Story..non leggere Spaccianeve Sotto i Nani, non leggere Cappuccetto Red e nemmeno i Promessi Sporci..dai non prendertela sono goliardate e non ti credere.. mi ha fatto piacere il tuo commento e scusa il controcommento lungo e postato che del resto mi e’ stato facile in quanto l’avevo gia’ detto in altra maniera ad altra persona similTe qualche anno fa’.. azz mi son dilungato.. mi faccio prendere dalla penna e adesso non rileggo quello che ho scritto perche’ potrei offendermi ..semmai scorreggilo tu o mia grande lettrice sapona.
P.S. e che dire del frocio Leonardo? E’ uno dei maggiori campioni di turpiloquio con una tiritera sul fallo (cazzo) recitata in tutte le sue varianti, se vuoi te la posto in privato qui mi vergogno…e per vergognarsi carlo alias togotuentinain ci vuole tutta e adesso asciugati pure e vai a cagare amica mia..e per voi che siete arrivati sin qui eccovi il remember di Stefano dedicato alla ricorrenza della disavventura dei cugini d'oltralpe